Il
Verbo era "un dio"?
Il Prologo di Giovanni secondo i Testimoni
di Geova.
di Gian
Pietro Basello
Leggi
inoltre Una
domanda fatta su un punto dell'articolo e
la relativa risposta
"Ciao
Gian Pietro, mi potresti aiutare a capire
meglio la traduzione del prologo del vangelo
di Giovanni fatta dai Testimoni di Geova?
In un punto cruciale per la comprensione di
Gesù Cristo, là dove si dice
che il "Verbo era Dio", essi traducono
"e il Verbo era un dio". Cosa dice
il testo originale e come interpretarlo? Basta
una piccola variazione e il senso cambia completamente".
(Massimo Zambelli)
Risposta
Napoli, 2003 gennaio 8, 12.12
Caro Massimo,
confrontiamo subito la traduzione dei Testimoni
di Geova
In
principio era il Verbo
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era un dio.
con quella della CEI
comunemente usata in ambito cattolico:
In
principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Provo quindi a darti una
traduzione letterale (ovvero ho mantenuto
gli articoli e l'ordine delle parole) del
testo originale in greco:
In
principio era il "verbo",
e il "verbo" era presso il Dio,
e Dio era il "verbo".
Innanzitutto - ma questo è
un problema personale - non sopporto la traduzione
di lògos con l'italiano
"verbo", traduzione tradizionale
chiaramente derivata dal latino verbum
che però significa "parola"
(pensa al famoso proverbio scripta manent,
verba volant).
In italiano "verbo"
evoca casomai (soprattutto per i ragazzi scolarizzati)
qualcosa tipo « il verbo 'essere'
» e non bisogna assolutamente
dare per scontato che i fedeli ne capiscano
il significato in questo contesto. Ma perché
allora si è tradotto "verbo"?
Il problema è che in italiano "parola"
è un sostantivo femminile e, siccome
il "verbo" di cui si parla qui è
Gesù che è un uomo maschio,
scocciava dover ricorrere a questo femminile.
A mio avviso la traduzione italiana corretta
è senza dubbio "in principio
era colui che è la parola",
in accordo con la spesso sottovalutata Traduzione
Interconfessionale in Lingua Corrente (TILC):
Al
principio, c'era colui che è "la
Parola". Egli era con Dio; Egli era
Dio.
A questo proposito vale la
pena ricordare un altro "in principio",
quello di Genesi 1,1, in
cui la creazione avviene attraverso la parola
di Dio. Non appartiene quindi certo alla cultura
ebraica il proverbio di cui sopra:
le parole non "volano" ma creano!
Questo brano della Genesi è testimone
di un tempo in cui l'oralità era un
valore positivo e il sapere si tramandava
da bocca a orecchio - "chi ha orecchi
per intendere..." - tramite un rapporto
umano di fiducia da maestro ad allievo. D'altronde
prima dell'invenzione della stampa era più
facile introdurre errori in un testo copiandolo
per scritto che imparandolo a memoria con
sofisticate tecniche mnemoniche. [Vedi anche
la Premessa sulla liturgia della Parola]
Ora torniamo sulla mia traduzione
letterale "Dio era il Verbo"
che, pur avendo ricalcato l'ordine delle parole
greche e l'assenza di articolo determinativo
davanti a "Dio", è
però una traduzione sostanzialmente
scorretta (letteristica più
che letterale): la presenza dell'articolo
davanti a "verbo" e l'assenza davanti
a "dio" significa solo che il
soggetto è "verbo" e il predicato
"dio". In pratica:
"il verbo era dio" ma non "dio
era il verbo" [vedi la grammatica
di Blass / Debrunner §273. Cfr. ad esempio
1Giovanni 4,7 o Giovanni 4,24: "dio è
spirito" e non "lo spirito è
dio"].
L'evangelista quindi vuol dire
rigorosamente che "essere dio"
è una caratteristica del "verbo".
Da questo punto di vista direi quasi che per
questa frase specifica è indifferente
che il Verbo sia l'unico Dio o un Dio tra
i tanti. Giovanni qui non vuole dirci se era
l'unico o meno, non è questa l'informazione
che ci vuole dare qui. L'unicità di
Dio, di quel Dio, viene ribadita altrove:
ad esempio subito prima nell'espressione "presso
Dio" c'è l'articolo in greco anche
se non suona bene in italiano.
Gian
Pietro Basello
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