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Saggio storico

 

Speciale "Terzo Millennio": 1 - 2 - 3

"IL PESCATORE CONTRO LA SVASTICA"

pubblicato su "Il Quotidiano di Sassari"
di domenica 17 ottobre 1999 a firma di Paolo Casu

Tratto da Interetnica

 

La palude delle menzogne
I ragazzi degli anni cinquanta
Defensor civitatis
Calunnia in salsa teatrale
1999 Hitler's Pope
Parlare fa rima con morire
Verità sepolte in biblioteca
Wojtyla: "Leggete il libro di Blet"

 

"…ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e possiedono l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen" (S. Paolo ai Romani 9,2-5) 

La palude delle menzogne

Mentre da fonte ebraica si stima che la Chiesa abbia messo in salvo 850.000 ebrei, continua a tenere banco l’accusa contro Eugenio Pacelli per i suoi presunti silenzi.

I documenti ufficiali, le note diplomatiche, le istruzioni e gli interventi diretti del Pontefice dimostrano l’esatto contrario.

A 41 anni dalla morte, il linciaggio morale di Pio XII non conosce soste.

Lo storico gesuita Pierre Blet, in una lunga intervista al nostro giornale, racconta inediti retroscena

Bianco Padre che da Roma/ ci sei meta luce e guida/ su ciascun di noi confida/ su noi tutti puoi contar/ siamo arditi della fede/ siamo araldi della croce/ al tuo cenno alla tua voce/ un esercito ha l'Altar.

Queste rime ingenue, ma di una semplicità comprensibile nell’Italia degli anni Cinquanta, sono state cantate dai ragazzi dell’Azione Cattolica per esprimere la devozione a Pio XII, il Bianco Padre che ha protetto la Chiesa e instancabilmente cercato di impedire la guerra, senza fermarsi nemmeno di fronte alle più cocenti delusioni.

I ragazzi degli Anni Cinquanta

Nel corso dei decenni, i ragazzi degli Anni Cinquanta, nati durante o prima della Seconda Guerra Mondiale, hanno incominciato a nutrire il sospetto che il Bianco Padre avesse macchiato di sangue innocente la sua veste candida. Il sospetto, però, non iniziò a serpeggiare subito. Quando le truppe alleate entrarono in una Roma finalmente liberata, Eugenio Pacelli venne proclamato difensore della città. Pur potendo scappare in luoghi più sicuri, si era infatti rifiutato di abbandonare la città eterna al suo destino.

Defensor Civitatis

Perfino la toponomastica conserva traccia di quel momento memorabile. La piazza su cui sfocia via della Conciliazione, antistante il colonnato del Bernini, è intitolata proprio a Pio XII, Defensor Civitatis. Le organizzazioni ebraiche, in più occasioni e in modo concreto - finanziando le opere di carità del Papa - avevano riconosciuto l’inesausta attività della Santa Sede per sottrarre quanti più figli di Israele dagli artigli diabolici del nazismo.

Le stime ascrivono la salvezza di centinaia di migliaia di persone al coraggio di Pio XII e alle precise istruzioni impartite alle Nunziature di tutta l’Europa e ai conventi maschili e femminili (nei quali fu sistematicamente infranta, per volere del Papa, la clausura). "Secondo lo storico Emilio Pinchas Lapide, già console generale di Israele a Milano - scrive Antonio Gaspari nel libro "Nascosti in convento" - la Santa Sede, i nunzi e la Chiesa cattolica hanno salvato da morte certa tra i 700.000 e gli 850.000 ebrei".

Calunnia in salsa teatrale

Occorrerà attendere gli Anni Sessanta (dopo la morte di Pio XII, avvenuta il 9 ottobre del 1958) perché la ragnatela della calunnia venga gettata addosso a un uomo non più in grado di difendersi. Un romanziere austriaco da quattro soldi, Rolf Hochhuth, scrisse una pièce teatrale intitolata "Il Vicario" in cui la figura di Pacelli veniva trascinata nella polvere. La pièce non andò in scena, per la contrarietà di personalità del mondo laico come Pietro Nenni, che di Pacelli aveva esperimentato - nascosto in Laterano con la tonaca talare - la generosa ospitalità quando la pelle dei partigiani non valeva un soldo.

1999: Hitler’s Pope

A cicliche ondate, le calunnie ritornano. Ultimo nella lista dei detrattori di Pio XII è un volume di John Cornwell dal titolo eloquente: "Hitler’s Pope: the secret history of Pius XII". Dietro la suggestione della secret history, arriva un’altra bordata di insulti. Se l’ipotesi che Pio XII sia stato il Papa di Hitler non può che essere cestinata perché priva di senso e di riscontri, un’altra accusa ha logorato la memoria di Eugenio Pacelli: la mancanza di una pubblica condanna del nazismo. Da questa accusa vogliamo partire in una riflessione sulla tragedia che investì l’Europa e il Mondo dal 1939 al 1945.

Parlare fa rima con morire

Il 20 luglio del 1942 i vescovi olandesi rendono note, in una lettera pastorale, le proteste sollevate insieme ai capi delle Chiese riformate contro la deportazione degli ebrei. La vendetta nazista cala come una mannaia meno di una settimana dopo. Il 26 luglio, 156 ebrei cattolici vengono rastrellati e condotti nei campi di sterminio. Fra questi anche la filosofa tedesca Edith Stein - divenuta suora carmelitana - canonizzata nel 1998 da Giovanni Paolo II e proclamata compatrona d’Europa un mese fa.

Il prezzo da pagare per ogni pubblica protesta contro la barbarie nazista era terribile. "Ogni parola da Noi rivolta a questo scopo alle competenti autorità, e ogni Nostro pubblico accenno - dice Pio XII nel discorso ai cardinali del 2 giugno 1943 - dovevano essere da Noi seriamente ponderati e misurati nell’interesse dei sofferenti stessi, per non rendere, pur senza volerlo, più grave e insopportabile la loro situazione".

Verità sepolte in biblioteca

A far piena luce sull’impegno di Pio XII in favore della pace e in soccorso di tutte le vittime della guerra, è stato appena tradotto in italiano un documentatissimo saggio del padre gesuita Pierre Blet.

Nato nel 1918 in Normandia, padre Blet è l’ultimo sopravvissuto dei quattro autori di un’opera monumentale: i dodici volumi degli Actes et Documents du Saint-Siège relatifs à la Seconde Guerre mondiale. "…l’esperienza dei quindici anni trascorsi dall’uscita dell’ultimo volume mostra che il contenuto, se non l’esistenza stessa di questa pubblicazione - scrive padre Blet - non sono ancora noti a molti di coloro che parlano e scrivono sulla Santa Sede durante la guerra".

Wojtyla: "Leggete il libro di Blet"

Per colmare questa lacuna, padre Blet ha scritto una sorta di riassunto-introduzione agli Actes, pubblicato nel 1997 dalla Librairie Académique Perrin: Pio XII e la Seconda Guerra Mondiale negli archivi vaticani. L’opera, che ha ricevuto, fra i tanti, il plauso di Giovanni Paolo II (che la indica a tutti coloro che vogliano approfondire sulla base dei fatti e non delle interpretazioni arbitrarie quel doloroso periodo storico), è stata tradotta in italiano da Emilia Paola Pacelli e Rita di Castro e data alle stampe lo scorso settembre dalle edizioni San Paolo.


 

RINGRAZIAMENTI

Molte persone si sono messe gentilmente e con prontezza a disposizione di questo lavoro. Un particolare ringraziamento alle Figlie di San Paolo di Sassari e di Roma (Castro Pretorio), a Marco Roncalli (relazioni esterne Edizioni San Paolo), alla signora Emilia Paola Pacelli (traduttrice, insieme a Rita di Castro, del volume di padre Blet), al padre Vittorio Marcozzi e alla signora Sofia Cavalletti, per i loro personali ricordi di Eugenio Zolli, ad Antonio Gaspari per aver messo a disposizione un brano del suo libro, ai colleghi Giuseppe Meloni (che mi ha aiutato col francese e ha corretto con pazienza le bozze di questo lavoro) e Salvatore Madau (che ha rimesso a posto le mie foto maldestre). Un vivissimo ringraziamento al padre Pierre Blet per la sua lezione di verità.

Soli Deo honor et gloria