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La storia non è un giocattolo... che si possa smontare!  

di Giuseppe Emmolo

E' sicuro che - a datare dall'inizio della guerra ('39) - l'operato di Pio XII fu improntato a grande cautela. Erano caduti nel vuoto tutti gli appelli ufficiali e diplomatici della Santa Sede perché si evitasse la guerra, e quando la parola passò alle armi non restò che l'azione in favore degli innocenti. Anzi il principio fondamentale del Papa - accompagnato dalla consapevolezza dei danni che sarebbero derivati da una presa di posizione contro la persecuzione degli ebrei - per la Chiesa e per i cattolici a Roma e nei territori occupati dal Reich - fu quello di salvare la vita in ogni caso aiutando gli ebrei senza lasciarsi andare a prese di posizione che potessero esasperare e finire di scatenare la bestialità dei nazisti. Si vorrà infatti riconoscere l'estrema facilità con cui i gerarchi nazisti ordinarono senza troppi scrupoli stragi e rappresaglie in territorio italiano: Fosse Ardeatine, Marzabotto...?

Non si può tacciare di inerzia un uomo che nel mentre viveva nel modo più totale il dramma del mondo doveva tener conto di ogni parola; il 30 aprile 1943 approvava senza riserve la denuncia delle atrocità naziste fatta dal vescovo di Berlino von Preysing ma riceveva la notizia che gli ebrei olandesi, anche convertiti erano stati sterminati per rappresaglia contro la lettera dei vescovi cattolici di quel paese. E' indice di insufficiente penetrazione politica e storica della realtà giudicare efficace e responsabile un'azione in un determinato contesto storico (di guerra e di prepotenza nazista) alla stregua di ciò che si potrebbe fare in condizioni normali!

Del resto è facile dire cosa si deve fare quando è in gioco la vita degli altri..! è da dilettanti proiettare sul passato opinioni estrapolate dal presente...di solito lo fa chi ha un interesse che di certo non è quello della ricerca del vero!