Storicità di Gesù
Cristo
E' veramente esistito Gesù
Cristo? Ma soprattutto, è proprio
necessario che sia storicamente esistito?
All'atteggiamento razionalista
che tende a "sbriciolare" l'identità
storica di Gesù di Nazareth fino a
renderla una favola inconsistente, si affianca
la tendenza spiritualista
che fa del Cristo un simbolo universale di
salvezza interiore che non ha bisogno di riscontro
reale.
Per il cristiano
è invece essenziale che il
Cristo salvatore abbia toccato in un punto
preciso il fluire del tempo e la
rocciosità del mondo. Ne va non solo
dell'autenticità della sua fede ma
soprattutto della verità della salvezza
che riguarda la condizione mortale di ognuno.
Sottesa alla posizione razionalista
vi è la convinzione che per l'uomo
e il suo cosmo non c'è alcuna salvezza
dall'oblio della morte, aprendo in questo
modo alla rassegnazione esistenziale, se non
alla disperazione che anticipa la morte già
in vita. Mentre per lo spiritualismo "new
age" è grande il rischio che senza
l'uomo Gesù la salvezza
proposta possa essere una proiezione umana
dalle conseguenze "inumane", perchè
incapace di rispondere alla concretezza materiale
della domanda di salvezza.
Sapere se l'esistenza di Gesù
ha dei riscontri storici,
oltre e accanto a quelli presuntamente interessati
dei vangeli, è quindi un'operazione
centrale per chi vuole affidare la propria
vita alla verità e non alla favola
(razionalismo) o al mito (spiritualismo).
Per questo ringrazio sentitamente
il prof.
Andrea Nicolotti di Christianismus.it
per la concessione della pubblicazione del
suo studio sulla
storicità di Gesù attraverso
le fonti storiche.
Lo studio è preceduto
da una introduzione
che esplicita le considerazioni qui esposte
sulla necessità di un Gesù storico,
aiutata da un'interpretazione della "Deposizione
nel sepolcro " del Caravaggio:
il dito di Dio che tocca il mondo. |