Gaio Svetonio Tranquillo
(70-126 circa), amico di Plinio e forse suo compagno
in Bitinia, ricoprì l’importante incarico di archivista
(procurator a studiis), segretario (ab
epistulis) e bibliotecario (a bibliothecis)
dell’imperatore Adriano, fino all’anno 122, quando
assieme al prefetto del pretorio Setticio Claro
venne destituito ed allontanato dalla corte imperiale.
Nella sua opera Vita dei dodici
Cesari, una raccolta di dodici biografie degli
imperatori da Cesare a Domiziano scritta intorno
al 120, ci lascia due accenni ai cristiani. Il
primo si trova nella vita di Claudio:
“Espulse da Roma i Giudei che
per istigazione di Cresto erano continua causa
di disordine” (Vita Claudii XXIII, 4)
Non ci si deve stupire del fatto
che Svetonio scriva Chrestus in luogo di
Christus; basti notare che le parole greche
Chrestòs (buono, eccellente) e Christòs
(unto, Messia) erano pronunciate allo stesso modo,
e potevano essere facilmente confuse, specie da
chi non fosse ben informato sui fatti ; a riprova di ciò, vediamo che Svetonio
parla di Giudei, ancora incapace come tanti suoi
connazionali di avvertire le differenze tra quest’ultimi
ed il cristianesimo nascente, che da essi ormai
si differenziava e sempre più si allontanava.
Per Svetonio, che probabilmente ricavò questa
notizia dagli archivi imperiali cui aveva libero
accesso, si tratta semplicemente di un provvedimento
imperiale atto ad eliminare focolai di turbolenza,
e non ancora di una reazione mirata al cristianesimo;
è facile pensare che la predicazione del Cristo
tra i Giudei romani da parte di altri Giudei,
abbia generato qualche reazione del genere di
quelle narrate negli Atti degli Apostoli,
che agli occhi dell’autorità romana poteva turbare
l’ordine pubblico.
La notizia di Svetonio concorda perfettamente
con quanto è riportato negli Atti degli Apostoli
riguardo all’arrivo di Paolo a Corinto:
“Dopo di ciò, partito da Atene
[Paolo] andò a Corinto. E trovato un giudeo
di nome Aquila, pontico di nascita, da poco
giunto dall’Italia, e la moglie sua Priscilla,
per il fatto che Claudio aveva ordinato che
tutti i Giudei partissero da Roma, andò da loro”
(Act. XVIII, 1-2)
Secondo lo storico Paolo Orosio,
che riprende la notizia di Svetonio e cita anche
Giuseppe Flavio, tale espulsione avvenne nel nono
anno dell’impero di Claudio, ovvero tra il gennaio
del 49 e il gennaio del 50 d.C.; poiché Paolo
probabilmente arrivò a Corinto nel dicembre del
49, il tutto coincide.
Il secondo accenno ai Cristiani,
Svetonio lo colloca nella vita di Nerone; esso
in poche parole ci riassume quanto già narrato
più diffusamente da Tacito, con il quale condivide
anche le consuete accuse di superstitio nova
ac malefica:
“Sottopose a supplizi i Cristiani,
una razza di uomini di una superstizione nuova
e malefica” (Vita Neronis XVI, 2).
NOTE
AL TESTO
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