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Da Zero a Dieci

di Luciano Ligabue

a) In questo film si può constatare una delle tragedie dei nostri tempi: l'immaturità degli adulti nella forma di eterni adolescenti. Si può essere medici, sposati con e sensa figli, avere una professione ed esibire una immaturità umana disarmante. Connessa vi è un' altra tragedia che va montando: non quella che spesso si sente enunciare con la formula "non c'è più religione" bensì quella ben peggiore "non c'è più moralità", che io interpreto come il non prendere sul serio la realtà.

b) Occhio : il film non è un peana al carpe diem! ["siamo passati semplicemente o qualcuno si è accorto di noi?"] Non vedo nel film neppure una critica sociologica al consumismo né vi è un risentimento per la disillusione politica (abbiamo creduto in una idea: "che si potesse essere felici rendendo felici gli altri nello stesso tempo") Il film è di una tristezza devastante e badare, non perché aleggia il vuoto, il nulla, no! Valgono per alcuni passaggi di questo film di Ligabue le parole del Papa : " l'uomo non smette mai di cercare: quando è segnato dal dramma della violenza, della solitudine e dell'insignificanza..." (per Ventennale di CL).

Persino nei lager , ad Auschwitz, si sono potuti fare incontri (Kolbe); e li si possono fare anche nelle discoteche riminesi tra preservativi e spinelli ovvero nell'aurea spazzatura del futuro mondo neopagano verso cui andiamo! Confesso però che nei gulag e nei lager forse l'umano era più assortito e di incontri significativi era FORSE più facile farli là che non nelle Las Vergas o Svizzere moderne!

c) Il sublime del film per me è nel testamento del suicida, detto Libero: «Faccio la dialisi 2 volte la settimana. E dire che i miei mi hanno chiamato Libero. Posso fare il trapianto del rene. I cinesi dicono che l'energia vitale dell'uomo risiede nei reni. Io dovrei vivere grazie al rene di un altro». Non so se forzo il film. C'è qui un'intuizione di cui Ligabue forse non si è accorto. La vita non ce la diamo noi e neanche la voglia di vivere: la forza di vivere ci viene sempre donata da un Altro. In caso contrario il destino è disillusione degli ardori giovanili oppure restare eterni adolescenti.

Giuseppe Emmolo