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Recensioni

La pelle del tamburo

di Arturo Pérez-Reverte

Una volta un amico mi ha fatto notare che nei film hollywoodiani si ha la spiacevole sensazione che tra Chiesa e massoneria le differenze siano proprio poche. È questa l'impressione che ha avvelenato la mia lettura di questo romanzo, peraltro scritto con lo stile colto e piacevole di Reverte.
La vicenda -una sorta di intrigo senza capo nè coda che nasce e si sviluppa intorno alla chiesa di Nostra Signora delle Lacrime di Siviglia - prende le mosse dall'intrusione di un hacker che si infiltra nel computer personale (!) di Sua Santità. Il vaticano invia a Siviglia il suo esperto James Bond in clergyman, il (non troppo simpatico, per la verità) sacerdote Quart, tutto disciplina e codice (ma ahilui senza la vocazione). Arrivato a Siviglia però l'azzimato fighetto non saprà tenersi troppo in disparte e verrà coinvolto in tutta una serie di situazioni imprevedibili quanto sconclusionate. Siviglia avvolta da una estate torrida viene descritta dall'autore così realisticamente che potrete sentire l'aria umida avvolgervi, vedere i cortili pavimentati ad azulejos , ascoltare il tango.
Nella vicenda complessa e a volte senza soluzione i "cattivi", incarnati in tre margutteschi scagnozzi talmente imbranati da non riuscire a combinarne una giusta: tre perdenti - un rimbambito ex pugile, il falso avvocato laureato a L'Avana (!), la zitella romantica votata al punto croce - vincono certamente la simpatia del lettore più che i "buoni": sacerdoti senza fede, parroci da pre- Vaticano II, banchieri corrotti, giornalisti unti ed untuosi, monache in fuga e la solita donna fatale disposta ...(diciamo a tutto, anche se alla fine si riduce sempre e solo a quello).
Più simpatici che credibili i colpi di scena finali. La vicenda è sicuramente interessante, anche se manca di motivazioni chiare; peccato che il romanzo abbia il sapore di un attacco ironico e velenoso ma basato su quell'anticlericalismo "da bar sport" che è un insulto all'intelligenza di chiunque (i monsignori che parlano come mafiosi o politici; l'Inquisizione ancora esistente sotto forma di un burocratico ufficio; gli intrallazzi del Vaticano a Panama, Sarajevo, Brasile; la perpetua del prete che...vabbè, sorvoliamo). Questo clero debole e oppresso da altro clero sarebbe la pelle del tamburo sacrificata per far risuonare il messaggio di Dio o della Chiesa, suggerisce l'autore.
Si possono approvare o no la religione o la Chiesa, ma nessun dialogo - e neanche un'accusa- può basarsi su triti luoghi comuni e sull'ironia gratuita.
Consiglio: leggetelo solo se il vostro tasso di anticlericalismo supera una certa soglia...ma se cercate un confronto sereno o un dialogo onesto tra credenti e non, cristiani e non, non è il libro che fa per voi.


Origine dell'universo e origine della religione
di Fred Hoyle

Un libro molto fantasioso: la religione sulla terra sarebbe nata dall'impatto di meteoriti sulla superficie del nostro pianeta. Tanto per capirci: Poseidon = mare agitato (stile Deep Impact), Giove con il fulmine = meteorite che cade dal cielo… e così via.
Naturalmente è scritto da uno scienziato di tutto rispetto...ma non si possono accettare teorie così drastiche e prive di fondamento. In appendice interventi di altri studiosi in vari campi: quasi tutte stroncature.
Consiglio (agli editori): la prossima volta prima di pubblicare libri simili, pensate agli alberi, per pietà...



Un solo Dio, tre verità
di G. Montefoschi, F. Nierenstein

Questo interessante libro-intervista nasce da un programma televisivo realizzato a Geruslemme da una troupe della RAI.
I due giornalisti autori del libro sottopongono i tre intervistati (il padre domenicano Claude Geffré, il rabbino David Rosen e il professore di filosofia musulmano Mustafa Abu Sway) ad un fuoco di domande che spaziano dagli argomenti tradizionali: Dio, la creazione, il male, l'uomo, la morte e l'aldilà ad ambiti che convivono da sempre con le religioni: etica (oggi affiancata alla bioetica), politica, scienza.
Confezionato con cura, il libro è però deludente sotto molti aspetti. Innanzitutto le scarne introduzioni degli autori, che risultano ben lungi dall'inquadrare con precisione la situazione in cui le interviste si svolgono (spiace dirlo, ma Montefoschi accenna più che chiarire, e poi cosa vuol dire che "ogni buon convento odora di cera e pasta scotta"?)
Il rischio di una serie di domande preconfezionate ed inesorabili è chiaro a tutti i giornalisti. Se in questo ambito serve a stimolare la pigrizia mentale del lettore, fornendogli una comoda ed un po' troppo meccanica "griglia" in cui incasellare le risposte delle tre religioni alla medesima domanda, impedisce un reale approfondimento degli argomenti trattati.
Tutto sommato un libro molto educational, che avrebbe tratto sicuro vantaggio da una minore schematicità e freddezza, e da una maggiore attenzione alle risposte degli intervistati.
Consiglio: leggetevi le interviste di Vittorio Messori pubblicate nel suo libro Inchiesta sul cristianesimo.


Dalla montagna sacra
di William Dalrymple

Solo un impulso new age può aver spinto il traduttore di questo libro ad intitolarlo così: infatti si parla del monte Athos (quindi era decisamente meglio intitolarlo "il monte santo").
Un libro di viaggio, in cui lo scrittore - protagonista, un trentenne inglese, parte dalla Grecia - dal monte Athos, appunto- alla volta della Terra Santa, sulle tracce di un viaggio simile compiuto da due monaci medievali, i quali volevano vedere come vivevano gli eredi dei Padri del deserto. Il loro resoconto fu un libro chiamato Il Prato spirituale, molto famoso nell'antichità. Ma anche il resoconto di Dalrymple merita la lettura, per riscoprire il patrimonio cristiano e per osservare come vivono le popolazioni di fede cristiana in quei luoghi. E qui c'è l'unica nota triste del libro: le angherie e le sopraffazioni cui i discendenti della grande tradizione antica sono sottoposti oggi in quelle terre.
Consiglio: leggetelo prima di partire per un viaggio, e per riscoprire una tradizione ricchissima, oggi purtroppo in grave pericolo.


Sergio Besana