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Festa della Liberazione

Il 25 aprile facciamo memoria della Liberazione del nostro Paese dalla tirannide. Sono passati sessant'anni. Un conto tondo. Possiamo chiederci se la liberazione dal male e dalla discriminazione dei diritti fondamentali è completata. Una domanda retorica, si capisce, come purtroppo retoriche per molti rischiano di essere le celebrazioni di un evento tanto lontano.

La Festa della Liberazione è per noi incompleta fino a che ad alcuni esseri umani non viene riconosciuto nemmeno il diritto di poter essere considerati e chiamati con serenità "persone umane". Serve una liberazione del linguaggio da ambiguità interessate che hanno lo scopo di ridurre la soggettività umana a cosa, per poterne fruire senza scrupoli e rimorsi. Il trucco è semplice, si passa dal nominare al numerare.

Un numero è appunto a-nonimo, senza nome. Gli embrioni "sovrannumerari", come vengono definiti quelli abbandonati nell'azoto liquido del "cryo-tank", sono numeri in eccedenza. Per alcuni filosofi non sarebbero persone umane perchè non pensano, non hanno autocoscienza e non esercitano la libertà. Stiamo preparando una "società castale", piramidale. Sopra gli eletti, gli illuminatiliberiautocoscienti, cioè i potenti di turno, quelli che possono. In mezzo noi, quelli che vivono di libertà limitata e che hanno la famosa autocoscienza impegnata a tirare la carretta. In basso i Paria, gli esclusi, coloro che i requisiti di persona non li hanno ancora o non li hanno più. Non essendo persona per natura, potranno esserlo solo in seguito a promozione dall'alto, e dovranno stare attenti a non perdere dalla patente di cittadinanza i preziosi bollini dell'attribuzione di umanità.

Cryo-tank

Questa assurdità castale è dovuta al fatto che confondiamo le facoltà che normalmente si manifestano nella fase adulta dello sviluppo umano, con la natura umana. Il concetto di "persona" non indica delle facoltà umane che si acquistano e si perdono, ma coincide con la stessa natura umana. Indica l'essenza dell'uomo, non la sua apparenza. E' la nostra natura che è razionale e libera. Crescendo e sviluppandoci manifestiamo ciò che è presente in modo latente. Secondo il filosofo Boezio la persona è una "sostanza individuale di natura razionale". Là dove c'è un individuo della specie uomo (sostanza individuale) c'è una natura razionale e libera, c'è la dignità di una persona umana.

A dirci che l'embrione umano (anche se sovrannumerario) è un individuo della specie uomo è la biologia. Ascoltiamo il prof. Boncinelli, rinomato biologo di estrazione laica: "Non c'è dubbio che la vita di un organismo specifico - ranocchio, gatto o uomo - inizia con la fecondazione, cioè con la congiunzione di un gamete maschile, lo spermatozoo, e uno femminile, la cellula-uovo o ovocita maturo". Già questo è chiaro, ma quest'altro passaggio è ancora più esplicito e sintetico: "Dal punto di vista biologico non c’è in sostanza nessuna discontinuità dal concepimento alla nascita e oltre".

Se non c'è discontinuità allora c'è linearità, continuità, permanenza dell'identità. Dal concepimento alla nascita e oltre, significa che la mia attuale identità (l'oltre) è la stessa identità di quando ero piccolo (la nascita) e di quando sono cominciato (il concepimento) Sono sempre io. Io ero un embrione e quel preciso embrione ero io. C'è una pubblicità della "Ups" in cui l'attore Jean Reno è appoggiato a un box con un bambino dentro al quale dice: "Beh, non mi riconosci? Sono te, fra 50 anni". Parla con il proprio se stesso da piccolo ed evidenzia la continuità dell'identità. Una continuità di cui Boncinelli ci ricorda l'inizio nel concepimento.

Oggi le possibilità biotecniche permettono all'uomo di porre lo sguardo e le mani sull'inizio della vita umana, finora celato nell'ombra del riserbo, accanto al cuore della madre. Uno sguardo non attrezzato da simpatia solidale (se non parentale) e stupore intellettuale per la genialità della complessità umana, diventa presto aggressivo e proprietario e guida la mano verso gesti manipolatori e di dominio.

L'articolo 1 della Legge 40/2004 chiama soggetto il concepito. Alcuni quesiti referendari vogliono cancellare questa conquista di civiltà per la non discriminazione della fase prenatale, con l'obiettivo di avere a disposizione embrioni da congelare, sovrannumerare e aggredire con sperimentazioni fatali. E' un agire che non va nella linea della Liberazione dei deboli dalla discriminazione e dal sopruso. Leggiamo la citazione di una proposta di legge del 2001 che ha avuto nella Legge 40 un risultato positivo.

Free-tank

«Il principio di uguaglianza costituisce il cardine della moderna civiltà giuridica e il frutto di una lunga evoluzione storica. Non discriminare tra gli esseri umani sia come singoli, sia in quanto gruppi sociali (minoranze etniche) è divenuto – giustamente – imperativo etico-civile fondamentale.

Non è sempre stato così. In altri tempi, ad esempio, agli schiavi, ai neri e persino alle donne non veniva riconosciuta la personalità giuridica.

Oggi il principio di non discriminazione deve essere riconosciuto nell’ambito delle diverse età e condizioni di una medesima esistenza umana, particolarmente con riferimento alle fasi apparentemente marginali: quella della vita nascente, morente e sofferente.

Si tratta di riconoscere, anche nell’ambito giuridico, che embrione, feto, neonato, bambino, ragazzo, adolescente, giovane, adulto, anziano, vecchio sono diversi nomi con cui si indica una identica realtà, un identico soggetto, lo stesso essere personale, lo stesso uomo»

La legge 40 pronuncia questo riconoscimento. Il concepito è un soggetto. Adottiamo il modo migliore e più efficace per non tornare indietro nella discriminazione che fa comodo ai forti e ai potenti di turno. Scegliamo di non andare a votare. Al Referendum del 12 e 13 giugno non cadiamo nella trappola di una minoranza (si spera) che vuole eliminare queste tutele approfittando della disinformazione e di slogan-esca ingannevoli.

Se fosse vero che i favorevoli ai 4 quesiti referendari sono la maggioranza degli elettori, allora sarebbe perfino inutile andare a votare perchè avrebbero automaticamente vinto, e a noi che dissentiamo non resterebbe che prendere atto del volere popolare. Ma se invece sono una minoranza, inferiore alla larga maggioranza trasversale che nel 2004 ha votato la legge 40 in Parlamento, capite che non ha senso aiutarli a raggiungere il quorum, cioè il 50 % più uno degli elettori, perchè in questo modo una minoranza imporrebbe a tutti di cambiare ciò che la maggioranza parlamentare ha democraticamente scelto. Non avendo la forza di cambiare le leggi in Parlamento si ricorre a questo trucco furbo e insidioso, che vivrà, lo ripetiamo, grazie a slogan-esca ed emozioni ingannevoli, alcuni dei quali avremo modo di sfatare in questa Newsletter.

L'astensione è consentita dalla Costituzione e ai referendari spetta l'onere di dimostrare che esiste davvero una reale maggioranza contraria alla legge 40. Una dimostrazione che non deve avvalersi del nostro aiuto. L'astensione, scelta e informata, è il modo più giusto ed efficace per resistere alle nuove discriminazioni prodotte dalla biotecnica.

E' astruso che una legge che tratta di vita umana e che ha avuto 7 anni di iter parlamentare con studi, audizioni, proposte, discussioni, dibattimenti, che tiene conto di documenti internazionali e di risoluzioni del parlamento europeo, dei pareri del Comitato nazionale di bioetica e delle migliori legislazioni europee come quella tedesca, possa essere stravolta dopo un mesetto di infarinatura da chi neanche sa di cosa si sta parlando (staminali, clonazione, icsi, fivet, ootide, diagnosi preimpianto, corpo e persona...), e nemmeno ha letto la legge o uno solo dei 4 quesiti, confrontandoli con la legge e sapendo cosa cambia e quali sono le conseguenze delle abrogazioni. Se sulla vita decide il voto di scuderia e la nuova ideologia radical-borghese, individualista e relativista, allora diciamo "Sulla vita non si vota". La resistenza e la lotta per la Liberazione, di cui facciamo memoria, hanno gettato le basi per la democrazia parlamentare. Siamo perchè continui.

Massimo Zambelli

Pasqua del Signore - Oggi si rivela il perchè del valore della vita

Ho ricevuto per e-mail questo file con la raccomandazione di farlo girare tra amici e conoscenti. Lo faccio volentieri perchè merita. Scaricatelo qui e distribuitelo, allegandolo alle vostre e-mail e facendo gli auguri di Buona Pasqua, giorno del trionfo della vita. (Scarica file - peso 300 Kb)

La risurrezione attesta che la vita umana e quella universale hanno valore. Poichè il destino che attende il mondo è la Gloria, allora il mondo è prezioso. Se il destino fosse la Notte eterna sorgerebbero grossi dubbi sul senso e il valore del tempo e di ciò che vi accade. La Gloria del Risorto illumina il tempo di luce gloriosa.

Ciao
Massimo

Cattolici agnostici e Atei teologi (sull'embrione)

Si tratta di Evandro Agazzi (Testo) e Umberto Eco (Testo). Il mondo si ribalta. Il primo sostiene la non individualità dell'embrione nella prima settimana. Ne servono almeno otto di giorni. Il secondo, più papista del Papa, vorrebbe che la Chiesa seguisse Tommaso d'Aquino nell'idea di una tardiva animazione del concepito. Testi interessanti da leggere e da commentare perchè affrontano il punto centrale della questione, se cioè parlando di embrione umano ci riferiamo a un oggetto o a un soggetto.

In due parole, rinviando all'approfondimento (leggi il commento). Evandro Agazzi dice che siccome l'embrione di una settimana può dividersi e diventare due, o più, non è ancora un individuo. Non mi sembra razionale.

> C'è X
> da X nasce Y
> e ora ci sono X e Y

Che ci vuole a capire questo? Così difficile? Anche da un individuo adulto si può prendere una sua cellula e clonarlo, ma non per questo, poichè da un adulto può nascere un altro, quello non è un individuo.

Umberto Eco invece fa il tifo perchè la Chiesa resti geostaticamente tolemaica. Ma come - sembra chiedersi -, osa evolversi? Non si capisce più niente. Da una parte i maestroni laicisti bastonano la Chiesa perchè non è stata prontamente galileiana rimanendo invece, per interessi o stupidità, legata a sistemi scientifici superati. In altri casi si gira la frittata e la si invita ad antiquarsi. Decidetevi, amici razionalisti. Che dobbiamo fare? San Tommaso credeva che il Sole gira intorno alla Terra. Dobbiamo fermarci lì o procedere? Ed accettava pure la teoria aristotelica del progressivo mutamento di stato dell'inizio umano, passando dall'avere un anima vegetale, poi animale e infine, per infusione, un'anima razionale. Si vada oggi a dire a una qualsiasi interrogazione di liceo che l'embrione umano prima è radicchio poi coniglio e infine homo sapiens.

Questi atei DOC non credono ovviamente all'anima. E' un'altra di quelle parole per loro crioconservate da tirare fuori dal freezer quando fa comodo. Come ha notato anche Barbara Spinelli nell'articolo "Lo Scientista e il Selvaggio", pubblicato da La Stampa dell'8 marzo 2005 (leggi), si sono ribaltate le posizioni: "Paradossalmente, la parte del cardinale Bellarmino che si rifiutava di guardare dentro il cannocchiale di Galileo caratterizza più spesso i laici, oggi, che i cattolici". Laici (atei, agnostici o credenti che siate) guardate nel microscopio. L'embrione umano è un individuo della specie umana da subito.

Pensieri dissociati

Un commento a un intervista di Veronesi ci vuole. E anche allo stravolgimento della realtà secondo Gervaso (leggi commento).

C'è chi dice no

NON votare o votare NO? Questo è il dilemma. L'importante è essere uniti. Come per un fuorigioco, come ha detto Socci. Chi fa di testa sua regala la testa all'avversario. Per questo è necessario un Comitato per il NO (che si sta costituendo) che valuti quale delle due opzioni è più proficua per il risultato.

L'astensione non la trovo minimamente problematica. La Costituzione la consente. Le regole del gioco referendario la consentono. Se non ci fosse, una lobby di 500.000 persone potrebbe imporre a una collettività le sue idee. Andando a votare principalmente loro, vincono necessariamente e impongono scelte minoritarie a tutti.

Una collettività stanca del continuo richiamo alle urne, stanca di un metodo che serve ai radicali per galleggiare, spesso non preparata sui tecnicismi dei quesiti (è obbligatorio essere degli avvocati o dei biologi?), oppure semplicemente contraria a chi vuole disfare una legge che viene reputata il male minore, questa collettività può benissimo decidere di non votare e decidere che la sua astensione valga come rifiuto e lotta attiva di resistenza.

Per il referendum sull'art. 18 la Cisl e la Uil chiesero l'astensione (vedi qui o qui, dove tra l'altro ai "Cristiani sociali" non venivano recriminati i loro doveri di cittadini e di cultori del Vangelo), ma nessuna anima bella si scandalizzò o parlò di Pilato che si lava le mani. Posizioni strumentali. Sta a chi propone un referendum dimostrare che esiste una maggioranza sociale contraria a una data legge approvata da una maggioranza democraticamente delegata. Non rovesciamo le carte in tavola. Il Parlamento con una maggioranza democratica ha fatto una legge (con votazione trasversale e dopo SETTE anni di discussione!!!). Non hanno neanche fatto in tempo a votarla che subito, senza aspettare razionalmente che la si provasse per vederne il funzionamento, è stata ideologicamente rifiutata da una minoranza altrettanto trasversale. Chi l'ha contestata dicendo che il voto parlamentare non corrisponde a una maggioranza popolare (può succedere) deve dimostrare nella pratica che questa maggioranza popolare esiste. Senza gli aiutini di chi questa legge, per un motivo o l'altro, la vuole tenere.

Perchè io dovrei aiutare chi contesta una legge che per me è una regolamentazione doverosa e necessaria? Che strano masochismo è quello di scegliere di non avantaggiarsi del margine di indecisi, impreparati, delusi, che sempre esiste, e regalare questo margine ai referendari? Sono sicuro che se fossero correttamente informati quegli elettori non votanti si trasformerebbero in resistenti, in chi dice un doppio NO. La loro assenza alle urne mi danneggia. Perchè allora devo favorire i referendari permettendogli di raggiungere il Quorum, la cui esistenza devono dimostrare indipendentemente da me, dalla mia presenza, e perchè quindi non è lecito utilizzare tutte le possibilità per mantenere una legge che su molti punti condivido?

Sentendo come ragionano diversi cattolici e laici contrari ai referendum mi sa che perderemo. Non dicono: decidiamo insieme. No, per ripicca di non so chi, loro fanno quello che gli pare. Giocano solitari. "Voi fate quel che vi pare che tanto io vado a votare". Così si perde. I referendari stanno dicendo: Dài vieni a votare che ti meno. E noi ci andiamo? Se sono davvero maggioranza nel paese, raggiungeranno tranquillamente il quorum e vinceranno senza di noi, altrimenti significa che la maggioranza parlamentare ha legiferato in sintonia col sentire comune.

Detto questo voglio ribadire che bisogna essere pronti a tutte le possibilità. Se il Comitato per il NO valuta che conviene andare a votare, e quindi votare NO, allora si va tutti insieme, come un'onda, come i mitici giocatori dell'Olanda di Cruyff ai mondiali del 1974, che ancora ricordo vederli giocare con il loro rivoluzionario "gioco totale".

Massimo Zambelli