Personalmente non mi sarei posta nemmeno il problema
in quanto non lo ritengo di importanza tale da sconvolgere
gli alunni e suscitare tanto interesse. Il nostro
paese, generalmente di fede cattolica è ora
un crogiolo di popolazioni diverse che hanno fedi
talvolta molto distanti dalla nostra. Alla luce di
ciò sarebbe forse bene che la scuola fosse,
come in Francia, sostanzialmente laica e non esponesse
segni esterni di religione. D’altra parte la
fede non credo debba essere troppo esteriorizzata
e tutti quei valori che il Cristo si porta con sé,
giustizia, onesta, amore verso il prossimo, non vanno
di certo persi; essi sono sempre dentro di noi e non
sarà certo l’assenza di un crocifisso
a fare crollare la scuola o a farla invadere da fedi
diverse da quella cattolica.
Lorena B. (madre)
Crocifisso si o no? Bella domanda.
Io penso che il crocefisso non debba essere tolto
perché è un simbolo inviolabile della
religione cristiana, i cittadini che non condividono
questa realtà, perché appartengono ad
altre religioni, devono per lo meno rispettare il
nostro “ simbolo” per una questione morale.
Il crocefisso non solo è considerato come segno
distintivo della nostra religione, ma anche un simbolo
di valori che stanno alla base del nostro paese
Io condividiamo pienamente la frase espressa dal nostro
presidente Ciampi.
Laura B. mamma
Crocifisso si! A nostro avviso nelle
scuole e nei luoghi pubblici il crocifisso deve essere
esposto e soprattutto deve essere rispettato!!!
Oltre ad essere un ovvio segno di riferimento per
il cristiano sta a simboleggiare le radici della nostra
civiltà da duemila anni ad oggi. Il fatto di
poterlo trovare esposto in più luoghi non vuol
dire che la persona cristiana praticare una mercificazione
del segno ma ricordare una propria identità
senza comunque cadere in una sorta di bigottismo e
soverchiare le scelte o le morali altrui.
Per il cristiano il crocifisso è l’espressione
più alta dell’amore di Dio verso l’uomo
tanto che ha assunto con umiltà la natura umana
predicando amore, rispetto del prossimo, il rifiuto
di ogni forma di violenza e prevaricazione.
Amore, rispetto del prossimo, il rifiuto di ogni forma
di violenza e prevaricazione sono anche alla base
della nostra forma di vita sociale frutto di una rivoluzione
da duemila anni fa. Pertanto nell’ambito della
nostra civiltà sia per i cristiani che per
i non cristiani le principali forme di coesistenza
sono le medesime; unico discriminante è la
fede in Dio da parte del cristiano.
Dal nostro punto di vista riteniamo che proprio per
il rispetto altrui e soprattutto nella nostra civiltà
sia necessario che il crocifisso venga mantenuto in
tutte le strutture pubbliche per ricordare queste
peculiarità.
Per i non credenti, per gli appartenenti ad altri
credi religiosi ecc….. per il fatto che dicono
di essere così rispettosi della libertà
altrui questo Segno non dovrebbe disturbare affatto.
Riteniamo pertanto di essere anche in accordo con
quanto affermato dal presidente Ciampi.
Secondo e Iolanda
I sottoscritti Montanari Manuela e
Garagnani Fabio genitori dell’alunno Garagnani
Michele, in merito al quesito relativo alla esposizione
dei crocefissi nelle scuole e nei luoghi pubblici,
riteniamo che, pur essendo il crocefisso uno specifico
simbolo religioso, ha assunto nel corso degli anni
nella percezione collettiva del popolo italiano una
valenza diversa, viene ritenuto infatti un elemento
rappresentativo della pace e della coesione fra diverse
identità religiose.
Ciò nonostante è pur sempre, a nostro
avviso, comprensibile che il crocefisso non rappresenti
ciò che abbiamo sopra indicato per coloro i
quali non hanno avuto la nostra evoluzione storico
culturale.
È nostra opinione che ogni popolo possa, anche
per un diritto elementare di reciprocità, indicare
con una propria simbologia i valori fondamentali rappresentativi
della pace e della uguaglianza interetnica, perciò
riteniamo che il crocefisso abbia, parimenti ad altri
elementi a tale scopo identificati, ogni possibilità
di essere liberamente affisso alle pareti dei luoghi
pubblici.
Non riteniamo che oggi sia possibile sottrarsi al
confronto diretto, a volte anche duro, con altre realtà
culturali, è antistorico pensare che la nostra
identità debba essere a tal proposito blindata.
È maggiormente premiante una strategia di apertura
nei confronti delle altre culture che oggi sono presenti
nel nostro paese, si può in tal modo poter
convivere con maggiore comprensione il positivo valore
simbolico rappresentato dal crocefisso.
Montanari Manuela e Garagnani Fabio
Parlo come membro rappresentante della
mia rispettosa famiglia, la cui fede è estesa
in maniera profonda merito di un’educazione
instaurata dai nostri precedenti, quindi io faccio
in modo che sia mantenuta in maniera da diffonderla
ai miei figli, facendogli rispettare e soprattutto
credere nella parola di nostro “Signore Gesù”
imitando ciò che è scritto nel “Vangelo”,
in tutti i momenti della giornata, cercando di compiere
sempre opere buone. Con queste poche parole espresse
dal profondo del mio cuore, vi porto a capire che
sono,“siamo”, più che favorevoli
all’esposizione del “crocifisso”
nelle aule e non solo, affinché ci si possa
sentire protetti ulteriormente, inoltre vi informo
che condividiamo pienamente la frase espressa dal
nostro presidente Ciampi. Affermo nuovamente che questo
simbolo possa essere esposto, ma dovrebbe essere rispettato
un po’ di più; invitando soprattutto
chi stenta a credergli. Vorrei dire di più,
ma non trovo le parole adatte. Quello che mi viene
sempre da dire ogni qualvolta penso a questo, è
quello di invocare la parola di Dio, chiedendogli
di proteggerci sempre in qualsiasi momento, soprattutto
pregando per lui, per noi e per tutte le persone che
ne hanno bisogno!! Un saluto affettuoso…
I genitori di Jessica
Quel crocefisso ci ricorda Gesù: che
non è una memoria del passato, ma l'anticipazione
della redenzione. E' una speranza viva in noi.
Cristo ha creato la Chiesa soprattutto, per essere
la Sua Testimonianza. Ha vivificato la Sua Chiesa
donandogli la fede, chiedendogli Evangelizzazione.
Ogni cristiano dovrebbe ricordarlo, anche i politici,
o per lo meno, quei politici che credono di rappresentare
un certo tipo di idee e di "credo", quei
politici che si proclamano cristiani e che, dovrebbero
tener presente che, l'Italia è, uno Stato di
religione cristiana!
Tutti siamo d'accordo nell'aiutare chi ha bisogno,
di accogliere chi è nella necessità,
ma questo non significa che dobbiamo dimenticare CHI
SIAMO, E A CHI APPARTENIAMO. Non si deve generalizzare,
altrimenti si rischia o si rischierebbe, di creare
permissivismo, il quale sfocerebbe in libertinaggio,
non in libertà.
Tutto questo accondiscendere solo per qualche voto
in più ?!
Dobbiamo aver rispetto di Dio Trinità e del
Papa, il quale ha la sua Santa sede in Vaticano, a
Roma, in Italia. Dovrebbe farci pensare questo.
Dobbiamo aver rispetto per la vera libertà
e, per la pace, anche religiosa, ma non dobbiamo mai,
mancare di rispetto al nostro Salvatore.
A tale riguardo mi viene in mente l'interrogativo
del Papa in una riflessione del 12 dicembre scorso
che ha conquistato i titoli della prima pagina di
molti giornali: Dio si è veramente stancato
degli uomini
" Oltre alla spada e alla fame, c'è infatti,
una tragedia maggiore, quella del silenzio di Dio,
che non si rivela più e sembra essersi rinchiuso
nel suo cielo, quasi disgustato dell'agire dell'umanità.
Ormai ci si sente soli e abbandonati, privi di pace,
di salvezza, di speranza.
Il popolo, lasciato a se stesso, si trova come sperduto
e invaso dal terrore.
Non è forse questa solitudine esistenziale
la sorgente profonda di tanta insoddisfazione, che
cogliamo anche ai nostri giorni ? Tanta insicurezza
e tante reazioni sconsiderate hanno la loro origine
nell'aver abbandonato Dio, roccia di salvezza ".
Molto attuali, sono anche le parole che Paolo scriveva
ai Romani:
" Gli uomini non hanno nessuna scusa: hanno conosciuto
Dio, poi si sono rifiutati di adorarLo e ringraziarLo.
Si sono persi in stupidi ragionamenti e così
non hanno capito nulla … E poiché si
sono allontanati nei loro pensieri da Dio, Dio li
ha abbandonati, li ha lasciati soli in balia dei loro
pensieri corrotti, ed essi hanno compiuto cose orribili.
Sono ormai giunti al colmo di ogni specie di ingiustizia
e vergognosi desideri. Sono avidi, cattivi, invidiosi,
assassini. Litigano e ingannano. Sono senza pietà
e incapaci di amare. Eppure sanno benissimo come Dio
giudica quelli che commettono queste colpe. (Rm 1,20-32)."
Tempo fa, sullo stesso argomento, è girato
in Internet un lungo brano che riporto: alla figlia
di Billy Graham, intervistata dalla TV, Jane Clacson
ha chiesto a proposito della tragedia delle Twin Towers:
Dio come ha potuto permettere che avvenisse una sciagura
del genere ? Anne Graham ha dato una risposta estremamente
profonda e intelligente. E, purtroppo vera anche in
Italia.
" Io credo che Dio sia profondamente rattristato
da questo, proprio come lo siamo noi, ma per anni
noi gli abbiamo detto di andarsene dal nostro governo,
di andarsene dalle nostre vite. Ed essendo Lui quel
gentiluomo che è, io credo che Egli, con calma
si è fatto da parte.
Come possiamo aspettarci che Dio ci dia la Sua benedizione
e la Sua protezione se Gli diciamo: Lasciaci soli!
Considerando i recenti avvenimenti … attacchi
terroristici, sparatorie nelle scuole … ecc.,
penso che tutto sia cominciato quando Madeline Murray
O'Hare ( è stata assassinata, il suo corpo
è stato trovato recentemente) ha detto di non
volere alcuna preghiera nelle scuole. E le abbiamo
detto OK.
Poi, il dottor Benjamin Spock ha detto che noi non
dovremmo sculacciare i nostri figli se si comportano
male perché la loro personalità viene
deviata e potremmo arrecare danno alla loro auto-stima
(il figlio del dottor Spock si è suicidato),
e noi abbiamo detto: Un esperto sa di cosa sta parlando!
E così abbiamo detto OK.
Poi, qualcuno ha detto che sarebbe opportuno che gli
insegnanti e i presidi non punissero i nostri figli
quando si comportano male. E noi gli abbiamo detto
OK.
Gli amministratori delle scuole hanno detto: "Sarebbe
meglio che nessun membro della scuola tocchi un alunno
quando si comporta male perché non vogliamo
nessuna cattiva pubblicità e non vogliamo essere
citati in giudizio" (c'è una bella differenza
tra disciplinare e toccare, picchiare, umiliare, prendere
a calci ecc.). E noi gli abbiamo detto OK.
Poi qualcuno ha detto: Permettiamo alle nostre figlie
di abortire se lo vogliono, e senza dirlo ai loro
genitori. E noi gli abbiamo detto OK.
Poi qualche saggio componente del consiglio didattico
delle scuole ha detto: Siccome i ragazzi sono sempre
ragazzi e lo fanno comunque, concediamo loro tutti
i preservativi che vogliono, cosicché possano
divertirsi quanto vogliono, e non dovranno neanche
dire ai loro genitori che li hanno ricevuti a scuola.
E noi gli abbiamo detto OK.
E poi qualcuno ha detto: Stampiamo riviste con fotografie
di donne nude e chiamiamo tutto ciò "salutare
apprezzamento per la bellezza del corpo femminile".
E noi gli abbiamo detto OK.
E poi qualcun altro è voluto andare oltre ed
ha pubblicato delle immagini di bambini nudi, e poi
è andato avanti rendendoli disponibili su Internet.
E noi abbiamo detto: OK, questo fa parte della libertà
d'espressione!
E poi l'industria del divertimento ha detto: Facciamo
dei programmi TV e dei film che promuovono il blasfemo,
la violenza e il sesso illecito. E registriamo musica
che incoraggia lo stupro, le droghe, l'omicidio, il
suicidio, e i temi satanici. E noi abbiamo detto OK:
è solo divertimento, non ha effetti negativi,
per cui continuate così!
Ora ci chiediamo come mai i nostri figli non hanno
coscienza, non sanno distinguere ciò che è
giusto da ciò che è sbagliato. E perché
non gliene importa niente se ammazzano estranei, compagni
di classe o se stessi. Probabilmente, se ci pensiamo
bene, possiamo trovare una spiegazione. Io penso che
abbia molto a che fare con " Noi raccogliamo
ciò che abbiamo seminato".
" Caro Dio, perché non hai salvato la
piccola bambina che è stata uccisa nella sua
classe? Distinti saluti … uno studente preoccupato
"
E la risposta: " Caro studente preoccupato, non
sono ammesso nelle vostre scuole. Distinti saluti,
Dio".
Buffo come è semplice per la gente gettare
Dio nell'immondizia e meravigliarsi perché
il mondo sta andando all'inferno.
Buffo come crediamo a quello che dicono i giornali,
ma contestiamo ciò che dice la Bibbia.
Buffo come tutti vogliono andare in Paradiso, ma al
tempo stesso non vogliono credere, pensare e non vogliono
fare niente di ciò che dice la Bibbia.
Buffo come qualcuno può dire: Credo in Dio,
per poi seguire satana, il quale a proposito pure
lui "crede" in Dio.
Buffo come facciamo in fretta a giudicare ma non altrettanto
ad accettare di essere giudicati.
Buffo di come io sia più preoccupato di cosa
la gente pensa di me piuttosto di essere preoccupato
di cosa DIO pensa di me.
Siamo dunque veramente persi e " non c'è
più rimedio per noi "? Ritornando alla
riflessione del Papa, dopo il giudizio per il peccato
e il silenzio, Dio tornerà ad essere di nuovo
vicino al suo popolo per ridargli vita, pace e gioia.
Anche noi possiamo essere certi che il Signore non
ci abbandona per sempre ma, dopo ogni prova purificatrice
Egli ritorna a far " brillare il Suo volto su
di noi, a esserci propizio … e a concederci
pace".
Tutto questo per dirTi caro Massimo che togliere il
crocefisso dalla scuola e dagli enti pubblici, secondo
me, è estremamente ingiusto e preoccupante
per le motivazioni che sopra ti ho riportato.
Non condivido assolutamente la frase del Presidente
Ciampi: il crocefisso non è un distintivo!
E tanto meno un simbolo di valori della nostra identità.
Il crocefisso secondo il mio modesto parere, tutt'al
più, come dicevo all'inizio, è la rappresentazione
della redenzione e della fede cristiana, in ricordo
della crocifissione di Cristo, morto sulla croce per
il perdono dei nostri peccati. Identificare il crocefisso
come un distintivo mi sembra decrescere il suo significato.
Barbara.
Il problema va affrontato da due angolazioni:
1) avere il crocefisso nelle aule, nelle case, nei
luoghi pubblici è un’abitudine e portare
l’attenzione su di esso significa essere consapevoli
della sua esistenza; 2) il crocefisso è una
nostra identità ovvero fa parte del nostro
essere italiani e noi ravvisiamo in lui un simbolo
d’appartenenza, un punto fermo sul quale fare
affidamento nella ricerca quotidiana di equilibrio
e morale. Queste osservazioni appaiono spesso fuori
luogo in un mondo che spesso è poco attento
ai valori e ai particolare, in un mondo intriso di
una logica consumistica e frettolosa che porta spesso
tutti noi, per comodità o per fretta, ad affermare:
che senso ha occuparsene? Tanto è indifferente!!!!!!!
Queste affermazioni racchiudono un cinismo freddo
che spesso appiattisce ogni rapporto , ogni relazione
sociale e vuole anche esprimere tolleranza (non sempre
accoglienza) nei confronti di nuove etnie ora presenti
sul territorio italiano.
E’ una visione questa che espressa in questo
modo ci offre un mondo confuso, impreciso, sfuocato
che è un po’ la realtà che circonda
i nostri ragazzi.
Vorrei quindi spostare l’attenzione di noi adulti
non tanto sull’esistenza concreta del crocifisso
in aula ma sull’esistenza concreta dei valori
morali che esso racchiude: speranza, amore, gioia
di vivere, sofferenza, amicizia, perdono………………ovvero
i valori che hanno guidato noi adulti, valori che
hanno permesso nel tempo, di avere dei punti fermi
a cui fare affidamento per crescere.
In sintesi la presenza del crocefisso deve racchiudere
non solo la necessità scaramantica di esserci,
non solo un credo sociale che si basa sul significato
religioso ma un alto senso di appartenenza ad un gruppo
di individui che crede nella possibilità e
capacità di vivere assieme sotto un unico tetto
che ci riunisce, permettendo l’esistenza di
modi diversi di CREDERE e con alla base il rispetto
e l’amore per se stessi e per gli altri.
C.T. e F. Z. Credo
che uno stato laico non debba esporre simboli religiosi
nei luoghi pubblici, e questo nel rispetto delle minoranze
di altre religioni.
Penso che l’ identità di un popolo sia
importante come fatto storico culturale , ma credo
che ogni uomo, oggi più che mai, debba sentirsi
appartenete alla terra più che alla regione,
alla nazione o al continente.
Penso inoltre che ogni credo tenda al “bene”
e penso si debbano considerare i valori universali
ai quali in fondo ogni uomo di ogni religione tende.
Su ciò che simboleggia il crocefisso non ho
trovato risposte ma mi sembra interessante come partenza
per una riflessione ciò che scriveva Pasolini:
“Bisogna esporsi (questo insegna
il povero Cristo inchiodato?),
la chiarezza del cuore è degna
di ogni scherno, di ogni peccato
di ogni più nuda passione...
(questo vuol dire il Crocefisso?
sacrificare ogni giorno il dono
rinunciare ogni giorno al perdono
sporgersi ingenui sull'abisso).”
Stefano Stancari
Ritengo che il crocifisso a scuola
o in qualsiasi luogo pubblico sia un simbolo di accoglienza.
La croce appartiene alla religione cristiana e nello
stesso tempo va oltre una determinata religione: è
un abbraccio per tutti che va in ogni direzione a
prescindere dalle individuali tradizioni e culture.
Penso che noi tutti possiamo rendere "reali"
le parole di Ciampi se impariamo a vedere il crocifisso
come simbolo di umanità poiché Cristo
è venuto per tutti gli esseri del mondo.
Se tutti gli esseri viventi, credenti, atei, religiosi
o meno ecc. sono su un cammino spirituale, per me,
e lo dico da non cattolica, il crocifisso è
un'attrazione verso questo percorso dello spirito;
così lo vedo come simbolo universale adattissimo
ad essere appeso proprio nei luoghi pubblici, dove
molti si recano, e tanto più nelle scuole dove
i ragazzi vogliano comunicare, confrontarsi e riflettere
sulla storia dell'uomo, le sue origini, i suoi scopi
e le sue speranze.
Anna Antonon
Un simbolo religioso è la sintesi di un messaggio;
nel caso del crocifisso c'è sicuramente anche
l'immagine di un'identità. anche le persone
che si disinteressano al messaggio religioso lo adottano
come segno distintivo per identificarsi con un paese,
una cultura ed una civiltà alla quale vengono
associati tanti valori anche se non tutti corrispondono
a quelli che in origine quel simbolo voleva esprimere.
L'immagine del Cristo Crocifisso non è solo
la rappresentazione di una tortura ma è simbolo
del sacrificio di sè stessi per un idea. La
massima aspirazione dell'uomo spirituale è
quella di liberarsi dalle catene di un falso benessre,
di una ricchezza solo esteriore e di un attaccamento
ai propri beni che finiscono col produrre sempre più
egoismo, ingiustizia e disumanità; a guardarlo
bene il messaggio in questo simbolo va sicuramente
rivalutato anche come mezzo di autentica riflessione.
Uber Cristofori Crocifisso
si…Crocifisso no…
Il popolo di Dio sta riflettendo
su ciò che sta accadendo in Italia a questo
proposito. Una tale sortita ha suscitato le inevitabili
reazioni a catena, sia da parte dei religiosi che
da parte dei laici. Come sempre, su qualsiasi tema
politico o altro, ci si divide e lo stesso accade
anche per la religione: cattolici da una parte e protestanti
dall’altra. La rimozione del crocifisso delle
aule scolastiche ha suscitato, infatti, uno straordinario
clamore.
La Costituzione repubblicana non prescrive alcun divieto
all’esposizione nei luoghi pubblici e, a scuola
di un simbolo che fa parte del patrimonio storico,
tanto meno la presenza dell’immagine del crocifisso
nelle aule scolastiche possa costituire motivo di
costruzione della libertà individuale a manifestare
la propria convinzione in materia religiosa. Premesso
che la Repubblica italiana, riconoscendo il valore
della cultura religiosa e tenendo conto che i principi
del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico
del popolo italiano, continua ad assicurarsi, nel
quadro della finalità della scuola, tuttavia,
l’insegnamento della religione cattolica nelle
scuole pubbliche. Tutto ciò nel rispetto della
libertà di coscienza ed è garantito
a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o
no di detto insegnamento senza che la loro scelta
possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione.
Simbolo della religione cattolica è, appunto,
il crocifisso che è il segno distintivo dei
cristiani, è il ricordo del Sacrificio di Cristo
e quindi è simbolo dell’amore.
Esso indica la presenza dei cristiani ovunque ed è
segno di una creatura che attinge speranza e fiducia
da Cristo. E’, dunque, importante che i cristiani
fissino questo segno sia nei luoghi pubblici che a
scuola, e ne colgano il significativo originario e
autentico. Il crocifisso è strumento di Salvezza
universale, esso rivela che Dio ha tanto amato il
mondo da dargli il suo unico figlio, quindi esso rappresenta
il supremo simbolo dell’amore. Crocifisso non
è solo simbolo di cristianità, ma è
anche un simbolo universale di amore nel quale possono
riconoscersi tutti. Esso rappresenta un simbolo della
civiltà cristiana, della sua radice storica
e del suo valore universale: elementi essenziali del
patrimonio storico e culturale del nostro Paese.
Sono pienamente favorevole all’esposizione del
crocifisso sia a scuola che nei vari luoghi pubblici
e, condivido anche l’opinione di Ciampi il quale
afferma che esso è simbolo di valori che stanno
alla base della nostra identità. Io penso che
sia giusto tenere il crocifisso nelle aule della scuola
perché credo che questo simbolo rappresenti
la nostra identità culturale, il fatto cioè
di essere una nazione Cristiana. Il Crocifisso ci
tiene presente e vivo il grande gesto d’amore
che Dio ha rivolto agli uomini, sue creature, per
salvarli dalla morte eterna.
E’ proprio questo simbolo che ci ha fatto interiorizzare
i valori che esso ci trasmette, dunque, perché
non lasciarlo ancora là …appeso…
nei vari luoghi pubblici, scuola compresa?
Sembra questo un dilemma che da un
po’ di tempo tocca le coscienze delle persone,
con episodi che arrivano persino a richiamare le autorità
giudiziarie per riportare ordine in posti dove l’ordine
ed il rispetto si dovrebbero insegnare.
Noi riteniamo di essere delle persone tolleranti,
ma tollerare non vuol certo dire privarsi delle proprie
radici, della propria identità, della propria
storia e della propria cultura che ci legano in maniera
indissolubile al cristianesimo.
Pensiamo, che per chi ha fede, avere vicino ciò
che maggiormente rappresenta sacrificio ed amore (il
simbolo del crocifisso) possa essere di grande conforto,
senza ledere in alcun modo la libertà di coloro
che non credono oppure di coloro che credono in altre
religioni.
Il messaggio di amore, di rispetto, di sacrificio
che il simbolo del crocifisso racchiude in sé,
dovrebbe essere da tutti recepito a prescindere da
ciò in cui si crede.
Dare credito e spazio a persone che strumentalizzano
per scopi personali, che nulla hanno a che fare con
messaggi di uguaglianza, di amore, di rispetto e di
carità sia, oltre che sbagliato, dare importanza
a chi sicuramente importante non è.
Il crocefisso resterà sicuramente al suo posto
ed a queste persone, oltre alla nostra comprensione
riteniamo debba anche andare la nostra più
grande indifferenza. Famiglia
Puccini
Premessa
Il crocifisso è un simbolo, e pertanto esprime
necessariamente un messaggio. Siamo tuttavia così
abituati da sempre a vederlo esposto in molti luoghi
pubblici e religiosi che ormai ci è persino
difficile sapere perché è esposto in
luoghi istituzionalmente non religiosi e quale messaggio
esprime. Originariamente il crocifisso è stato
esposto per esprimere un messaggio strettamente religioso
e nello specifico identificante la religione cristiana.
Senza entrare in analisi di carattere storico possiamo
porci la domanda di partenza in una forma più
circoscritta e focalizzata sui punti da analizzare:
il crocifisso nelle scuole pubbliche ha un significato
religioso, istituzionale o tradizionale? E quale messaggio
esprime? Significato religioso
Il significato religioso del crocifisso esposto in
una chiesa è evidente: è il simbolo
che identifica la religione cristiana.
La sua esposizione in una scuola pubblica non può
coincidere con questa identità in quanto la
scuola è per definizione pubblica, cioè
aperta a chiunque ed è inserita all’interno
di uno stato laico, che sancisce costituzionalmente
libertà di credo religioso. Un significato
strettamente religioso non sarebbe pertanto compatibile
con una scuola pubblica all’interno di uno stato
laico. Se ammettessimo ciò dovremmo anche ammettere
altri simboli religiosi, cioè tutti quelli
che i relativi fedeli desiderano: in sintesi dovremmo
ammettere la pluralità di simbolismo religioso
o evitarli tutti quanti.
D’altronde gli stessi concetti base della religione
cristiana che implicano di amare il nostro prossimo
come noi stessi e quindi di essere tolleranti e rispettosi,
non potrebbero mai impedire a nessuno di utilizzare
i propri simboli nei luoghi pubblici non religiosi.
Lo stesso insegnamento di religione si è evoluto
nel tempo in momento di discussione e di insegnamento
di storia delle religioni. Significato
istituzionale
E’ difficile trovare un significato istituzionale
del crocifisso in riferimento alla scuola pubblica
in quanto le istituzioni coinvolte sono il corpo docente,
il preside e il ministero della pubblica istruzione.
L’unica immagine istituzionale esposta nei luoghi
pubblici è quella del presidente della repubblica,
che esprime la globalità delle istituzioni
dello stato. La Chiesa come istituzione non entra
nella gestione della scuola pubblica. Significato
di tipo tradizionale
La figura di Cristo è riconosciuta storicamente
e anche da altre religioni indipendentemente dal fatto
di riconoscere in lui Dio oppure no. La storia di
Cristo è la storia di chi si è dedicato
agli altri fino al sacrificio estremo: altruismo e
amore per il prossimo è il messaggio che può
trasparire da quell’immagine. Questo credo sia
il significato che tradizionalmente è stato
attribuito più o meno consciamente da chi ha
guardato quell’immagine a scuola. Altruismo,
solidarietà e rispetto che dovrebbero essere
assorbiti e coltivati dai ragazzi che si trovano in
aula per crescere insieme piano piano.
Con questa interpretazione “umana” il
crocifisso si inserisce nella tradizione del nostro
paese e trova posto nella nostra scuola. Conclusioni
La fede religiosa è un fatto personale e nessuna
religione tollerante potrebbe mai imporre i propri
simboli in luoghi pubblici, qualora ciò dovesse
implicare l’esclusione degli altri. L’esposizione
del crocifisso ha senso se lo accettiamo come un fatto
della nostra tradizione a cui associamo i valori umani
di altruismo, solidarietà e rispetto.
L’eventuale creazione di scuole organizzate
direttamente da istituzioni religiose potrebbe invece
mettere seriamente in discussione l’esposizione
di questi simboli nelle pubbliche istituzioni. Essi
ne caratterizzerebbero l’impostazione e riassumerebbero
un significato strettamente religioso e confinato
all’interno dei relativi fedeli. Per
quanto riguarda poi le tradizioni, esse non sono necessariamente
statiche e possono modificarsi e cambiare, ma sempre
in modo lento e spontaneo. Esse esprimono sempre un
legame con la gente comune, perché è
questo vincolo che le tiene in vita e le alimenta.
Una tradizione imposta o palesemente di parte sarebbe
una contraddizione, o comunque confinata in un ambito
ristretto. Nel caso specifico della scuola pubblica
servono necessariamente messaggi di carattere universale
perché è importante credere nei principi
universali di tolleranza, solidarietà e rispetto
indipendentemente dalla propria base religiosa, ideologica
e culturale in genere. Sono questi i principi che
possono far vivere insieme, lavorare insieme e crescere
insieme persone diverse tra loro: sono i principi
che uniscono e non dividono.
Giorgio Corbucci
L’esposizione del crocifisso
nei luoghi pubblici mi è indifferente.
Dopo questa premessa, terrei a precisare alcuni punti,
per me fondamentali, nel credo di qualsiasi religione.
Credere è uno stato d’animo strettamente
privato e le manifestazioni esterne non necessariamente
devono essere presenti.
I simboli religiosi devono essere tutti rispettati
e il gettare il crocifisso è condannabile come
gettare qualsiasi altra immagine sacra ad una religione.
Non mi permetterei mai di staccare da una parete un
quadro con i versetti del corano, o di distruggere
una statuetta di Buddha.
Nei miei vari viaggi mi è capitato di entrare
in contatto con diverse credenze religiose e non mi
vergogno a confessare che mi sono addentrata sai nelle
Moschee che nei templi Buddisti, sia nei templi ortodossi
che nelle chiese ebraiche, con lo stesso rispetto
di quando entro e mi inginocchio di fronte ad un crocifisso.
Marina M.
Pensiamo che il crocifisso nelle scuole sia una presenza
importante, il simbolo della nostra religione e cultura.
Per questo le nostra risposta è: SI’
al crocifisso nelle scuole, NO alle persone fanatiche
di diversa religione che non lo riconoscono come simbolo
della nostra identità nazionale e che con arroganza
lo denigrano.
Siamo del parere che se dovesse essere tolto dovremmo
essere noi italiani di religione cattolica (anche
non praticanti) a dover prendere questa decisione.
Quando si entra in un luogo pubblico (scuole, ospedali…)
il crocifisso non è un simbolo negativo, ma
riteniamo giusto affermare che ognuno in casa propria
abbia la possibilità di poterlo affliggere,
in funzione del proprio grado di religiosità
A proposito del valori che questo simbolo può
rappresentare, a nostro parere sottolinea soprattutto
quello dell’amicizia e del rispetto reciproco
nei quali crediamo veramente e con i quali tutti i
giorni abbiamo la possibilità di confrontarci.
Liliana e Fabio
Il crocifisso non è soltanto il simbolo della
nostra fede cristiana cattolica, ma racchiude in sé
l’insieme di tutti i valori morali, civili,
culturali, umani di noi credenti. Quindi, a mia opinione,
ogni persona, pur non condividendo la stessa religione,
lo stesso credo, deve rispettare la fede religiosa
altrui.
Perciò ritengo che il sig. Adel Smith, di fede
musulmana, il quale per ragioni proprie ha deciso
di vivere in una nazione a maggioranza cattolica (dove
gli è consentito comunque di professare liberamente
il proprio credo religioso e di frequentare, inoltre,
le moschee), dovrebbe quantomeno avere la consapevolezza
di rispettare e non voler mutare qualcosa di cui non
comprende e non riuscirà mai a capire il significato,
come per noi cattolici è il crocifisso.
BUSI LORETTA
IL CROCIFISSO SI O NO
Sono favorevole all’esposizione
del crocifisso nei luoghi pubblici e nelle scuole,
anzi fino alle recenti polemiche non mi ero mai posta
il problema che potesse dare fastidio a qualcuno.
Il nostro è un paese laico, ma credo che un
crocifisso appeso al muro simbolo della nostra religione
(o di una religione) non imponga niente a chi non
ci crede e possa invece aiutare chi crede.
Io confido nel rispetto delle idee religiose, ma soprattutto
credo nel dialogo e non nelle imposizioni.
Non sono pienamente d’accordo con il presidente
Ciampi, perché il crocifisso ci insegna si
tutti quei valori che stanno alla base di molte identità
e questo è bellissimo, ma il credere in Lui
o non crederci è ben diverso.
Cristo è morto in croce per la salvezza degli
uomini ed è stato Dio a mandarlo, posso avere
tutti i valori belli, ma se non credo in questo?
Credo che i valori più belli simboleggiati
dal crocifisso siano il perdono, la carità,
la giustizia e l’amore fino al punto di dare
la vita per salvare.
Alida Magnoni
E’ con molto piacere che tentiamo di esprimere
quelle che sono le nostre semplici riflessioni di
genitori. Molto gradita è stata l’iniziativa
dell’insegnante in questo contesto, dove la
famiglia riveste un ruolo molto fondamentale nella
formazione dei nostri ragazzi e i suoi operatori.
Siamo fermi sostenitori del mantenimento del crocifisso
nelle scuole e nei luoghi pubblici, non solo quale
simbolo del nostro essere cristiani, ma anche per
ricordare che Gesù è presente in ogni
luogo.
La presenza oggi multirazziale in Italia, come in
tanti paesi europei, implica inevitabilmente la coesistenza
di svariate religioni, fondamento di ogni esistenza,
e che pertanto vanno rispettate e rese libere nelle
loro espressioni.
Ciò non deve trasformarsi, però, in
un predominare dell’una rispetto all’altra.
Il Crocifisso, così importante per noi cristiani,
al quale rivolgiamo sempre le nostre preghiere di
ringraziamento e di supplica, deve essere per lo straniero
in Italia un simbolo da rispettare. Dovrebbe così
capire che egli si trova in un paese che crede in
un altro Dio, ma che comunque lo ha accolto, rispettato,
dato lui un lavoro per mantenere la sua famiglia,
dato lui la possibilità di esercitare la propria
religione. Amare il prossimo, significa anche rispettarlo,
accettare ognuno per quello che è e senza dare
troppi giudizi, come spesso siamo abituati a fare.
Il fare del bene agli altri, come Dio ci ha insegnato,
non è poi così vincolato alle religioni,
l’importante è farlo !!
Daniela e Walter
Il crocifisso rappresenta la nostra religione.
Rappresenta una religione vissuta da tutti noi, credenti
e non, dall'infanzia ad oggi, attraverso moltissimi
episodi e momenti che hanno visto protagonisti nostri
familiari, parenti, amici, persone conosciute e sconosciute.
Episodi e momenti che hanno mostrato il rapporto di
queste persone con la nostra religione; una fede espressa
in modo diverso da una persona all'altra ma tesa,
anche nel segreto, ad affidarsi all'amore di Dio verso
di noi.
Ecco, il crocifisso rappresenta tutto ciò e
per tale motivo bisogna che sia presente nei luoghi
pubblici per ricordarci una parte importante della
nostra vita e che in questo mondo c'è comunque
un mistero.
Un mistero al quale siamo tutti abituati fin da bambini.
Francesco P.
Condivido quanto ha detto Ciampi.
Le nostre radici culturali e i nostri valori sono
basati sul cristianesimo e dobbiamo trasmetterli ed
alimentarli, non cancellarli.
Sono anche decisamente contraria ad ogni forma di
intolleranza e auspico il rispetto di tutte le religioni
(non integraliste) con i relativi simboli.
Non approvo la legge francese che obbliga una alunna
islamica ad entrare in classe senza velo perché
equivale ad una perdita di identità.
Quindi trovo scorretto togliere il crocifisso là
dove c’è, così come non mi sembra
opportuno imporlo come una costrizione se in quella
classe non è stato esposto.
Elettra B
Personalmente siamo favorevoli all'esposizione
del Crocifisso nelle scuole e nei luoghi pubblici,
in quanto siamo un paese di cultura Cristiana. Questo
non significa però che vogliamo "imporre"
la nostra religione anche alle persone di un credo
religioso diverso.
Il simbolo della croce per noi italiani, sia cristiani
praticanti che non, sia laici, non è considerato
solo come un segno religioso, ma con molteplici significati
è cioè di rispetto, di pace, di amicizia,
di speranza:
• La croce rossa italiana è un ente che
porta aiuti umanitari in tutti i paesi del mondo,
anche non cristiani;
• La croce al valore militare o civile;
• Il segno della croce quando si vede passare
un corteo funebre, anche se non si conosce il defunto,
in segno di rispetto;
• Il segno della croce quando si deve affrontare
un impegno, come augurio e speranza;
• La croce è presente negli ospedali;
• La croce è presente nei cimiteri;
ed in tutti quei luoghi che pur non essendo ad esclusivo
servizio di persone cristiane, suscitano rispetto.
Il simbolo della croce fa parte del nostro patrimonio
culturale.
Giuliana Bianchi
Giuseppe Stella
Il crocifisso non può essere definito “un
cadaverino attaccato a due pezzi di legno” per
me è un insulto, perché il suo significato
è molto ma molto più importante. Esso
simboleggia il sacrificio di Gesù cristo accusato
di bestemmia per essersi proclamato figlio di dio,
condannato a morte e crocifisso, risorto dopo tre
giorni e asceso alla destra del padre. Io penso che
questo suo sacrificio fatto per l’amore e la
salvezza degli uomini non vada disonorato togliendone
il simbolo, il quale è
Anche che più rappresenta la civiltà,
l’amore e la bontà. Un credo a cui rivolgere
pene, speranze gioie, fede. Quindi non è giusto
che esso scompaia dai luoghi nei quali esso può
infondere questo messaggio a chiunque voglia riceverlo.
Coloro che lo disprezzano possono benissimo ignorarlo
perchè a loro questo messaggio non perverrà
mai.
ROBERTA MERLI In relazione alla
discussione sul crocifisso nelle scuole io dico che:
c’è sempre stato, come ci sono sempre
stati (anche se in misura minore) mussulmani, buddisti,
etc.
Nelle scuole italiane, negli ospedali e in tutti quei
posti che, se pure non essendo chiese ospitano le
icone della nostra millenaria cultura cristiana, quindi
fino a quando noi ci saremo ci sarà il crocifisso,
il rametto di ulivo e quant’altro.
MARCO MAZZA
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