*Nello studio del Padre Blet
risulta - documenti vaticani alla mano- che il Papa si prodigò
in concreto per salvare gli ebrei perseguitati anche prima
dell'inizio della guerra e dell'Olocausto. In particolare
prima del conflitto, quando non era ancora Papa e faceva
da segretario a Pio XI egli aiutò gli ebrei espulsi dalla
Germania ad ottenere i visti di espatrio i cui tempi di attesa
erano per gli USA anni 2 e per l'Inghilterra...un'impresa!
Alla fine il Brasile concesse 3000 visti...una goccia nel
mare!
* Nel 1943 i nazisti chiesero
agli ebrei di Roma cinquanta chili d'oro per non deportarli
nel Ghetto, e la comunità israelita ne aveva raccolto 35.
Gli ebrei allora si rivolsero a Pio XII, che mise a disposizione
l'oro mancante. A parte l'oro...ma se Papa Pacelli fosse stato
antisemita, gli ebrei si sarebbero rivolti a Lui?
* Non si è in grado da parte
vaticana di quantificare il numero degli ebrei effettivamente
salvati grazie all' interessamento di Pio XII. Si sa che fece
aprire case religiose e conventi di clausura per accogliere
gli ebrei e sottrarli alle deportazioni ma una contabilità
dagli archivi non risulta. Però un calcolo esiste e l'ha fatto
uno storico israelita, il diplomatico ebraico Emilio Pinchas
Lapide, che nel 1967 scrisse:<<Pio XII, la
Santa Sede, i nunzi e tutta la Chiesa cattolica hanno salvato
da morte certa tra i 700 mila e gli 850 mila ebrei>>
* Papa Pacelli non aiutò in nessun
modo il nazismo. Su sua indicazione , la diplomazia della
Santa Sede si adoperò per fare accettare agli ambienti cattolici
americani l'alleanza del presidente Franklin Roosevelt con
i sovietici di Stalin in funzione antinazista. Quel patto-
fece sapere Pio XII- si poteva fare per arginare Hitler nonostante
la Santa Sede avesse condannato il comunismo. Inoltre nel
1940, quando il Papa venne a conoscenza dei piani della
resistenza tedesca per abbattere Hitler, decise di passarli
segretamente agli inglesi...non è questo un modo di comportarsi
da amico dei nazisti!
*Nell'Ottobre del ’39
la Radio Vaticana aveva cominciato a denunciare le atrocità
naziste in Polonia ma i Vescovi polacchi fecero avvertire
che ognuna di quelle emissioni provocava rappresaglie. E la
radio smise. Ma il Papa - con più cautela - continuò a parlare
anzi... si adoperò ancor più nei fatti! Nella sola Roma da
20 a 25 mila ebrei - tra il '40 e il '44 trovarono scampo
e aiuto nell'Opera San Raffaele, sostenuta e protetta dal
Vaticano contro i nazisti, mentre 40 mila furono ospitati,
magari con falsi nomi, in case religiose (Igino Giordani,
Pio XII - un grande Papa)
* Il Pontefice si oppose al Nazionalsocialismo
sia personalmente che come capo della Chiesa universale al
punto che i nazisti - nel corso della guerra - si fecero sempre
più fortemente ostili alla Chiesa cattolica. E non solo per
i Lichtenberg, prevosto di Berlino che osò pregare in pubblico
per gli ebrei e non solo per i vescovi come quello di Munster,
Graf Galen, che tuonò dal pulpito contro la soppressione dei
malati di mente. A proposito...oggi sappiamo che ai vertici
nazisti si discusse seriamente se impiccare pubblicamente
questo vescovo: non accadde, perché godeva di troppo appoggio
popolare! Soprattutto i gerarchi del Reich si resero conto
che la Chiesa cattolica era entità sopranazionale e in quanto
tale rappresentava una minaccia. Non ci si spiega diversamente
il senso di dichiarazioni interne al partito, nelle quali
si legge: "Non vi è alcun dubbio che l'obbiettivo del 'clericume'
sia la sconfitta della Germania". A quel punto la Chiesa
sapeva che il nazionalsocialismo era suo nemico mortale e
che, in caso di vittoria di Hitler, dopo la guerra sarebbe
venuta la grande resa dei conti.
[vedi la documentazione in
La resistenza
in convento ]
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