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Embrioni alla porta del Paradiso
L'Espresso - 15 Marzo 2005
La bustina di Minerva di Umberto Eco
È
curioso il ribaltamento della posizione della Chiesa sulla vita
umana rispetto alla dottrina di San Tommaso
Nei giorni scorsi Giovanni Sartori, sul 'Corriere
della Sera' è intervenuto in termini filosofici sulla questione
degli embrioni e dell'inizio della vita, citando ampiamente la posizione
detta 'creazionista' di San Tommaso d'Aquino. Si tratta di una posizione
già ricordata negli ultimi tempi da alcuni autori laici (io
per esempio ne avevo parlato in una Bustina del settembre 2000)
ma che curiosamente non è stata mai ripresa negli ambienti
fondamentalisti cattolici.
La posizione di Tommaso (che nel corso dei secoli
la Chiesa non ha mai espressamente negato, condannando anzi quella
opposta di Tertulliano) è la seguente: i vegetali hanno anima
vegetativa, che negli animali viene assorbita dall'anima sensitiva,
mentre negli esseri umani queste due funzioni vengono assorbite
dall'anima razionale, che è quella che rende l'uomo dotato
di intelligenza e ne fa una persona come 'sostanza individua di
una natura razionale'.
Tommaso ha una visione molto biologica della formazione
del feto: Dio introduce l'anima solo quando il feto acquista, gradatamente,
prima anima vegetativa e poi anima sensitiva. Solo a quel punto,
in un corpo già formato, viene creata l'anima razionale ('Summa
Theologiae', I, 90). L'embrione ha solo l'anima sensitiva ('Summa
Theologiae', I, 76, 2 e I, 118, 2). Nella 'Summa contra gentiles'
(II, 89) si dice che vi è una gradazione nella generazione,
"a causa delle forme intermedie di cui viene dotato il feto
dall'inizio sino alla sua forma finale".
Ed ecco perché nel Supplemento alla 'Summa
Theologiae' (80, 4) si legge questa affermazione, che oggi suona
rivoluzionaria: dopo il Giudizio Universale, quando i corpi dei
morti risorgeranno affinché anche la nostra carne partecipi
della gloria celeste (quando già secondo Agostino rivivranno
nel pieno di una bellezza e completezza adulta non solo i nati morti
ma, in forma umanamente perfetta, anche gli scherzi di natura, i
mutilati, i concepiti senza braccia o senza occhi), a quella 'risurrezione
della carne' non parteciperanno gli embrioni. In loro non era stata
ancora infusa l'anima razionale, e pertanto non sono esseri umani.
Si può dire che la Chiesa, spesso in modo
lento e sotterraneo, ha cambiato tante posizioni nel corso della
sua storia che potrebbe avere cambiato anche questa. Ma è
singolare che qui siamo di fronte alla tacita sconfessione non di
una autorità qualsiasi, ma dell'Autorità per eccellenza,
della colonna portante della teologia cattolica.
Le riflessioni che nascono a questo proposito portano
a conclusioni curiose. Noi sappiamo che a lungo la stessa chiesa
cattolica ha resistito alla teoria dell'evoluzione, non tanto perché
sembrava contrastare col racconto biblico dei sette giorni della
creazione (su questo erano già d'accordo i commentatori antichi,
la Bibbia parla per metafore ed espressioni poetiche, e sette giorni
potrebbero anche voler dire sette milioni di anni) ma perché
cancellava il salto radicale, la differenza miracolosa tra forme
di vita pre-umane e l'apparizione dell'Uomo, annullava la differenza
tra una scimmia, che è animale bruto, e un uomo che ha ricevuto
un'anima razionale. Poi lentamente la chiesa ha non dico sostenuto
ma ammesso il darwinismo purché si riconoscesse che, nella
continuità della catena della vita dal primo unicellulare
ad Adamo, s'inseriva una spaccatura, il momento in cui a un essere
vivente viene conferita un'anima immortale. Solo i fondamentalisti
protestanti (e qualche sciagurato consulente del nostro ministero
della Pubblica Istruzione) hanno continuato ad avere orrore dell'ipotesi
evoluzionista.
Ora la battaglia certamente neo-fondamentalista sulla
pretesa difesa della vita, per cui l'embrione è già
essere umano in quanto in futuro potrebbe diventarlo, sembra portare
i credenti più rigorosi sulla stessa frontiera dei vecchi
materialisti evoluzionisti di un tempo: non c'è frattura
(quella definita da San Tommaso) nel corso dell'evoluzione dai vegetali
agli animali e agli uomini, la vita ha tutta lo stesso valore. E
infatti Sartori nella sua polemica si chiede se non si faccia una
certa confusione tra la difesa della vita e la difesa della vita
umana, perché il difendere a ogni costo la vita ovunque là
dove si manifesti, in qualsiasi forma si manifesti, porterebbe a
definire come omicidio non solo spargere il proprio seme a fini
non fecondativi, ma anche mangiare polli e ammazzare zanzare, per
non dire del rispetto dovuto ai vegetali.
Conclusione: le attuali posizioni neofondamentalistiche
cattoliche non solo sono di origine protestante (che sarebbe il
meno) ma portano a un appiattimento del cristianesimo su posizioni
insieme materialistiche e panteistiche, e su quelle forme di panpsichismo
orientale per cui certi guru viaggiano con la garza sulla bocca
per non uccidere micro-organismi respirando. Non sto pronunciando
giudizi di merito su una questione certamente molto delicata. Sto
rilevando una curiosità storico-culturale, un curioso ribaltamento
di posizioni. Dev'essere l'influenza del New Age.
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